Il mouse compie 50 anni e se pensate che Steve Jobs ne sia stato l’inventore, vi sbagliate: l’ingegnere americano, Douglas Engelbart, insieme al suo gruppo di lavoro dell’Augmentation Research Center (ARC), sviluppò diverse soluzioni che sono alla base del funzionamento dei moderni computer, come l’ipertesto e i sistemi per mostrare immagini sullo schermo. E da queste intuizioni, nacque anche l’idea di inventare un oggetto che in base al suo movimento facesse muovere la freccia sul nostro monitor.
Il brevetto del primo mouse fu depositato nel 1967, dallo stesso Engelbart e da William English – colui che lo costruì fisicamente – ma trascorsero tre anni prima che diventasse ufficiale. L’invenzione sembrava troppo avanti per i suoi tempi, come dimostrato nel 1968 quando a San Francisco presentarono questa invenzione all’esposizione dell’oNline System (NLS), insieme ad un sistema software che permetteva il lavoro cooperativo tra più computer coordinati da un mainframe centrale. E che sfruttava l’allora ArpaNet – la progenitrice di Internet – per condividere le informazioni. Engelbart, però, dalla sua invenzione non guadagnò niente: i suoi diritti sul brevetto terminarono quando il mouse fu finalmente accolto.
Il mouse dello Xerox Star
Il topo, formato da un blocco di legno con ruote di metallo, dovette aspettare, infatti, 11 anni per vedere una sua prima applicazione reale. Fu commercializzato nel 1981 con il computer Xerox Star, aveva tre tasti e costava tantissimo: 300 dollari al pezzo.
Fu proprio allo Xerox Parc di Palo Alto che Steve Jobs vide un mouse per la prima volta, e ne intuì le potenzialità: decise che il mouse sarebbe stato parte della sua informatica del futuro. L’idea di Jobs era creare un prodotto più semplice, con un solo tasto e con un prezzo competitivo che non superasse i 15 dollari.
Apple Lisa e il mouse con un solo bottone
Nonostante il costo eccessivo del pc Apple Lisa, nel 1983, il New York Times rimase estasiato dal nuovo mouse: «Invece di digitare le istruzioni, si punta sulle immagini dello schermo facendo scorrere un dispositivo mosso dalla mano chiamato mouse lungo la parte superiore della scrivania accanto al computer». Una vera e propria rivoluzione per l’informatica di allora. «Mentre il mouse si muove, il cursore – la freccia che punta a posizioni particolari dello schermo – si sposta di conseguenza». Nel 1984, con il primo Macintosh, il mouse divenne un prodotto di massa, perché associato ad un pc che costava un quarto di Lisa (2.500 dollari contro 10 mila).
Da allora l’informatica ne ha fatto di strada e, anche se le alternative sono diventate davvero tante – dai trackpad alle tavolette grafiche, dai movimenti gestuali alla voce – il mouse rimane uno strumento indispensabile, che si tratti di progettazione tecnica o di vincere un torneo di League of Legends.