di Paolo Bianchi
Internet è un luogo particolare. La rivoluzione che Internet ha significato rispetto ai precedenti grandi media e la rivoluzione che nella Internet svolgono sempre più i social network, le nuove piattaforme, la crescente importanza dei dati e la sempre maggiore correlazione tra strumenti digitali e dinamiche di consumo, spingono le grandi nazioni e le grandi comunità sovranazionali a prevedere regole e sanzioni che siano al passo con i tempi.
Come prospettato da Innocenzo Genna (@InnoGenna) in questo articolo per La Stampa, gli organi decisionali dell’Unione Europea saranno impegnati per molti mesi in negoziazioni per la definizione di due documenti: il DSA (Digital Service Act) ed il DMA (Digital Market Act).
Il DSA avrà il fine di aggiornare la direttiva 2000/31 che, compiuti i vent’anni, non è più in grado di normare adeguatamente in seno al mutato contesto tecnologico ed economico. Nella nuova direttiva sarà mantenuta l’esenzione per gli operatori Internet fondamentali, chiarendo però anche gli obblighi degli operatori nel caso di segnalazioni di azioni illegali.
Il DMA, secondo documento oggetto delle lunghe negoziazioni che si prospettano (con prevedibili scontri tra liberisti e non, tra grandi e piccoli attori e forse anche tra grandi nazioni come USA e Cina o comunità quali la stessa UE) aggiornerà al 2020 l’ormai vetusta visione di una rete Internet libera da posizioni dominanti e “paritaria” quale in termini assoluti non è affatto, per offrire ulteriori e opportune garanzie al mercato e ai consumatori. Protagonisti dell’argomento saranno i cosiddetti GAFA (Google, Apple, Facebook e Amazon), ma non solo.
Per saperne di più leggi l’articolo di Innocenzo Genna per La Stampa (15 dicembre 2020)