Unidata ha sempre mirato alle soluzioni di “dopodomani”. Oggi la tecnologia punta alla rivoluzione industriale 4.0 che prende il nome di Internet of Things (IoT). Ne parliamo con Patrizio Pisani, responsabile Ricerca & Sviluppo in Unidata.
Patrizio Pisani è progettista elettronico con esperienza più che ventennale di livello internazionale, con clienti in Europa – Italia, UK, Germania, Francia – negli USA, in Australia e in Cina. Si occupa di Ricerca & Sviluppo sugli “oggetti connessi” già dalla fine degli anni novanta, quando come technical manager del Consorzio Roma Ricerche ha ideato e poi gestito due grandi progetti europei di FP5 dedicati all’Internet degli oggetti: INES – Industrial Embedded Systems e JENET – Joint European Network on Embedded Internet Technologies.
Perché e come Unidata ha scelto di investire nell’IoT?
Da sempre Unidata ha basato il proprio vantaggio competitivo anticipando di anni l’esplosione di nuovi mercati e tecnologie. Pionieri di Internet, quando i nostri clienti ci chiedevano a cosa potesse servire, oggi siamo convinti che l’IoT rappresenti per il mondo fisico quello che Internet ha rappresentato per i contenuti digitali e per le comunicazioni tra persone (IBM parla di “liquefazione del mondo fisico”, pari alla “liquefazione del mondo dei contenuti digitali”). Senza scomodare le cifre sugli oggetti connessi previsti nel prossimo decennio, il ragionamento di base è molto semplice: noi offriamo ai nostri clienti connettività e servizi di telefonia. Dato che la maggior parte dei clienti potenziali saranno “oggetti” noi vogliamo diventare l’operatore di rete degli oggetti.
Perché ha scelto lo standard LoRa™?
In questi ultimi tre anni abbiamo lavorato molto intensamente a progetti di R&D dedicati all’IoT, sviluppando e testando sistemi basati su tutte le principali tecnologie disponibili. Tra tutte LoRa™ è quella che supera le attuali barriere che rallentano l’esplosione del mercato IoT: costo, consumi – in durata delle batterie – capacità di penetrazione in luoghi “nascosti” anche con una rete relativamente snella, ampio raggio, e soprattutto facilità di installazione da parte dell’utente che non deve installare e configurare gateway locali e non deve intervenire sull’oggetto. Oltre a ciò, LoRa™ è uno standard aperto, che quindi non limita le potenzialità di crescita dell’ecosistema. Non è un caso che molti grandi paesi, Europei e non, stiano adottando LoRaWAN™ come “rete delle cose”.
Unidata ha comunicato la realizzazione di un LoRa Lab, di cosa si tratta?
Unidata crede molto nella crescita dell’ecosistema IoT, in particolare LoRa™, e nel fatto che questa crescita scaturirà solo dall’incontro tra chi fornisce infrastrutture, chi fornisce nuovi device e chi sviluppa applicazioni. Il LoRa Lab è uno spazio fisico utilizzabile sia come showroom da chi ha oggetti ed applicazioni basati su LoRa™, sia come laboratorio da chi è interessato a sviluppare nuovi dispositivi e nuove applicazioni, con particolare attenzione alle Start-up ed ai giovani creativi digitali.
Oltre ai servizi di LoRa IoT Operator, Unidata fornisce altre forme di servizi correlati?
Il mercato degli oggetti connessi è un mercato molto complesso, dove per poter fornire un servizio efficace occorre avere all’interno un know-how interdisciplinare, dal device fisico fino al layer applicativo, passando ovviamente per la rete di comunicazione. Il gruppo R&D di Unidata è formato da persone molto esperte nello sviluppo HW, nelle reti, nelle piattaforme SW. Questa competenza è ovviamente a disposizione dei nostri clienti e dei nostri partner, per poter sviluppare sistemi ad HOC – dai device HW ai layer applicativi – e applicazioni verticali. Questo approccio segue la linea di dinamicità e competenza che da sempre ha reso Unidata competitiva: la possibilità di sviluppare soluzioni “sartoriali” su misura per i propri clienti.