Secondo una delibera Agcom in vigore dal gennaio 2019, un utente abbonato ad un servizio di connettività deve essere libero di acquistare qualsiasi modem, senza essere costretto a utilizzare, o peggio pagare, quello fornito dal proprio operatore e a cambiarlo ad ogni nuovo contratto. Tuttavia, gli utenti che hanno provato a sottoscrivere un contratto senza la fornitura del modem dell’operatore il più delle volte non hanno avuto la possibilità di farlo.
I principali operatori, infatti, hanno proposto un’offerta con modem libero, ma di fatto non era possibile attivarla per i troppi vincoli richiesti e per i costi più elevati previsti dal piano tariffario. L’obiettivo era ed è chiaro: l’operatore in questo modo si garantisce un cliente per maggior tempo. In effetti, con la rateizzazione del modem o dell’offerta ad esso collegata per 4 anni, se il cliente disdicesse prima della scadenza, si troverebbe costretto a pagare tutte le rate residue. In effetti quindi il costo somiglia molto ad una penale di recesso.
Proprio per porre fine a limitazioni e raggiri da parte degli operatori, Il TAR del Lazio ha definitivamente confermato la delibera di AGCOM, stabilendo che è diritto degli utenti poter utilizzare un modem alternativo, senza dover pagare necessariamente quello del proprio operatore telefonico. Gli utenti con un contratto firmato di recente o attivo da più di un anno che prevede il pagamento di un modem, saranno liberi di chiedere al proprio operatore di passare a un contratto senza modem incluso. Dall’altro lato, tutti gli operatori saranno tenuti a presentare una proposta di contratto senza il modem agli utenti, che potranno scegliere se accettarla o meno. Nel caso di mancata accettazione, verrà esercitato un diritto di recesso, che consentirà di passare a un altro operatore senza alcuna penale.
Il TAR del Lazio ha anche annullato la parte della delibera di Agcom che prevedeva la possibilità, per chi aveva ricevuto il modem in comodato d’uso gratuito, di poterlo tenere con sé al termine del contratto o in caso di cambio operatore: l’utente deve restituire il modem di proprietà dell’operatore, secondo le modalità previste dal contratto.
Nel rispetto della delibera Agcom, da sempre Unidata ha sostenuto che fornire un modem in comodato d’uso gratuito associato ad un abbonamento chiaro e senza costi aggiuntivi fosse la soluzione più corretta per gli utenti, lasciando anche la possibilità di scegliere liberamente un modem diverso da quello previsto dal contratto. Il risparmio per gli utenti è notevole, perché i modem previsti negli abbonamenti richiedono una spesa continua: oltre all’installazione iniziale, è infatti prevista una rata mensile che, per quanto economica, va a incidere sul bilancio finale della spesa dedicata alla rete domestica. Fornendo un modem gratuito da restituire in caso di cessazione del contratto non ci sarà nessuna spesa aggiuntiva oppure scegliendo un modello indipendente dall’operatore ci sarà un’unica spesa in base al modello che si preferisce acquistare.
Bene hanno fatto quegli utenti che non hanno pagato le rate del modem nella fase di scarsa chiarezza giuridica: ora possono inviare agli operatori una diffida, indicando la volontà di restituire il modem come previsto dalle norme e ribadendo l’illiceità della richiesta di rate.