Unidata, che ha sempre fatto dell’attenzione alle nuove tecnologie la sua forza, si appresta ad affrontare la cosiddetta quarta rivoluzione industriale, quella dell’Internet of Things, puntando sulla tecnologia LoRa™
Fino ad oggi abbiamo associato Internet a computer, smartphone e pochissimi altri device. In un futuro prossimo, al contrario, saranno pochi gli oggetti che non assoceremo alla rete Internet.
Siamo infatti, e saremo sempre di più, nella società della tecnica, e la tecnica è anche stata rappresentata come “l’indefinito incremento della capacità di realizzare scopi, che è indefinito incremento della capacità di soddisfare bisogni”. In un’epoca come questa il futuro non può che appartenere all’IoT, acronimo di Internet of Things, l’Internet delle Cose, degli oggetti.
Siamo infatti, e saremo sempre di più, nella società della tecnica, e la tecnica è anche stata rappresentata come “l’indefinito incremento della capacità di realizzare scopi, che è indefinito incremento della capacità di soddisfare bisogni”. In un’epoca come questa il futuro non può che appartenere all’IoT, acronimo di Internet of Things, l’Internet delle Cose, degli oggetti.
L’IoT è di fatto l’oculata utilizzazione della massima capacità di calcolo, della massima capacità di immagazzinare ed elaborare dati al fine di soddisfare bisogni della quotidianità, lavorativi e ludici. È la realtà degli oggetti reali connessi ad Internet: robotica, domotica, industria automobilistica, apparecchiature sanitarie, pubblica amministrazione, sensoristica, sorveglianza, sono solo alcune delle applicazioni e degli ambiti in cui il neologismo IoT suona e suonerà sempre più familiare.
Il mondo IoT è il mondo in cui gli oggetti sono “intelligenti” e, grazie ad Internet, comunicano tra loro, immagazzinano dati e ne fanno tesoro per rendere più comoda la nostra vita e più produttivo il nostro lavoro. Tutti gli ambiti saranno rivoluzionati: da quelli rurali, che si faranno forti della nuova agricoltura IoT, a quelli urbani, che si trasformeranno nelle cosiddette smart city.
Il fenomeno dell’IoT è pervasivo, seppure si muova naturalmente a una velocità più intensa in ambito business piuttosto che in quello consumer. Esso tuttavia riguarda, influenza ed influenzerà qualsiasi ambito del mercato, senza esclusioni.
Gartner, società leader mondiale nella consulenza strategica, stima il numero di dispositivi connessi nel 2020 a 6,4 miliardi, mentre l’International Data Corporation ne prevede un numero vicino a 9 miliardi. Per Ericsson nel 2021, considerando anche gli smartphone, i dispositivi connessi ad Internet saranno 28 miliardi. In ogni caso, al di là di previsioni dettagliate, la diffusione dell’IoT, trainata nella prima fase da automobili smart e contatori elettrici di ultima generazione, è evidente e certa e non a caso c’è chi l’ha già definita come la quarta rivoluzione industriale. In ambito nazionale è l’Osservatorio IoT a rilevare che a fine 2015 il mercato dell’Internet of Things ha raggiunto in Italia i 2 miliardi di euro, con un aumento del 30% rispetto al 2014. Ogni sistema, tuttavia, si regge su un ambiente idoneo ed ogni ambiente per risultare tale necessita di una opportuna infrastrutturazione.
Unidata, che è stata uno dei primi Internet provider italiani, è quindi particolarmente interessata a studiare e valutare le diverse tecnologie che consentono agli oggetti inseriti in un determinato ambiente di dialogare tra loro, rendendo l’IoT una realtà concreta negli spazi in cui lavoriamo o abitiamo. Le tecnologie che rendono un ambiente idoneo all’IoT sono varie e in continua evoluzione. Dalle consolidate applicazioni a connettività cellulare, dal Wireless M-Bus al Bluetooth Low Energy.
Unidata, da Internet Provider deciso a investire da subito nel settore dell’IoT, ha scelto di realizzare, a cominciare dalla città di Roma, una rete LoRaWAN™.
L’espressione LoRaWAN™ indica una LPWAN basata sullo standard LoRa™, ovvero un network di grandi dimensioni caratterizzato dal basso consumo delle batterie delle base station, che di fatto creano l’infrastruttura radio necessaria a far interagire gli oggetti intelligenti. LPWAN è acronimo di Low Power Wide Area Network, la trasmissione è quindi di tipo wireless e l’estensione è di ampiezze superiori a quelle indicate solitamente con il termine Local: le aree Wide possono quindi essere regionali, nazionali o sovranazionali.
LoRaWAN™ è una tecnologia, uno standard, che permette trasmissioni bidirezionali con un bassissimo consumo delle batterie delle base station – le batterie possono durare fino a 15 anni – consentendo di creare le condizioni ottimali per l’interoperabilità delle “cose intelligenti”, senza la necessità di complesse istallazioni locali. LoRaWAN™ consente una comunicazione bi-direzionale, ma anche in modalità multicast per l’aggiornamento via etere dei software. La comunicazione tra i dispositivi terminali e i gateway si sviluppa su diversi canali di frequenza e a diverse velocità di trasmissione dati – compresa tra i 0,3 kbps e i 50 kbps – e grazie alla tecnologia spread spectrum non causa interferenza tra comunicazioni radio caratterizzate da diverse velocità di trasmissione dati, poiché viene creata una serie di canali “virtuali” che aumentano le capacità del gateway.